Il confronto non lo si può dare su due brani, è ovviamente da stolti e penso comunque che il confronto in ogni caso sia comunque da stupidi. Porto i due brani sul blog in questione comunque per un motivo legato a un repertorio che portiamo in giro ultimamente con il trio nuovo io e Andrea Gipponi al basso con Marco Carnesella alla batteria.
La cosa interessante di questi due brani essendo in ogni due blues, un evolversi molto diverso nella parte solista sui fraseggi e non perchè nella fase solista la parte armonica diversifichi molto ma perchè l’autore riesce con una serie di intervalli di 6°, tipiche del country impressiona molto l’ascoltatore. Henderson intorno (il click lo consideriamo raddoppiato 210 Bpm) usa spesso sia la penta minore di E e sovrappone nei fraseggi le maggiori o parziali misolidie.
Nonostante la frenetica velocità del pezzo di Scott riesci a non scollarti mai dalle parti del brano e fortemente a sentire i tema di quello che è l’esecuzione di un reale “canto” del brano. Ho impiegato più di 3 giorni per memorizzare Hole Diggin e ancora non riesco a suonarlo bene mi ci vorrà ancora qualche giorno per rodarlo un pò al 100%. Appena sento Indianola e arriva il momento del solo, finisce il brano. Il solo non mi rimane in testa, Robben Ford non ha dato una continuità di tema, sali e scendi come Henderson. Le note sono tutte giuste, perfette…è un solo come un altro…ma anche se difficile Hole Diggin ha un senso ripeterlo Indianola…non ho capito perchè dovrei…